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Stile di vita

Gravidanza e sport, si puó? Quali sono i benefici e i rischi?

In Italia vi è una percezione della donna incinta un po’ limitante, sembra che questa non possa muoversi e che fare attività possa incidere negativamente sul feto. Non è così e lo dimostrano donne di tutto il mondo che nonostante il pancione continuano a fare sport, ma che ovviamente lo fanno in modo responsabile.

Con questo articolo vorrei superare alcuni freni culturali che vedono la donna in gravidanza come una donna costretta al riposo e invece trasmettere che fare attività fisica in gravidanza non solo fa bene a se stessi ma anche al bimbo.

Prima di capire quali sono i benefici dell’attività fisica in gravidanza e come svolgerla però è importante tenere in considerazione alcuni punti:

  1. in quale trimestre si trova la futura mamma. I primi tre mesi infatti sono sempre un po’ più delicati quindi bisogna stare molto attenti a fare eccessivi sforzi o a scegliere l’attività migliore.
  2. sentire sempre il parere del ginecologo o dell’ostetrica che seguono la donna in gravidanza per capire se tutto procede bene e se non ci sono minacce di aborto o altre problematiche.
  3. considerare il livello di allenamento della donna e quindi se ha uno storico sportivo o meno e vuole invece iniziare ora a tenersi in forma.

Una volta considerati questi tre elementi possiamo iniziare a capire quali sono i benefici dell’attività fisica in gravidanza.

BENEFICI

Un regolare esercizio aerobico nel corso di una gravidanza non complicata sono generalmente gli stessi indotti dall’esercizio fisico effettuato di routine con degli importanti riflessi sulla salute della donna e del suo bambino.

Lo sport durante i nove mesi aiuta a:

  • Mantenere o migliorare la resistenza cardiorespiratoria, la forza e la resistenza muscolare e la flessibilità.
  • Mantiene e migliora agilità, coordinazione, equilibrio, potenza, tempo di reazione e velocità
  • Diminuisce del rischio di un eccessivo incremento ponderale e del rischio di insorgenza di diabete gestazionale
  • Previene o riduce mal di schiena e dolori a livello della cintura pelvica.
  • Può ridurre la durata della prima fase del travaglio di parto e il rischio di taglio cesareo.
  • Mantiene un corpo tonico ed allenato preparato anche agli sforzi del parto
  • Migliora la consapevolezza del proprio respiro e aumenta la percezione e il controllo del pavimento pelvico. Con esercizi mirati aiuta a prevenire l’incontinenza urinaria e l’eventuale prolasso.

ATTIVITÁ CONSIGLIATE E VIETATE

In generale tutte le varie attività sportive  a livello non agonistico sono quasi totalmente praticabili a parte ovviamente quelli ad alto impatto e a rischio di caduta o con contatti corporei troppi diretti che potrebbero far verificare traumi in qualunque distretto e all’ addome in particolare. Sono dunque da evitare anche attività con salti e corse ripetute che potrebbero affaticare e stancare troppo precocemente ma che comunque non sono assolutamente da escludere se effettuate a basso impatto (2/3 volte la settimana) e gestite e monitorate da un personal trainer/istruttore con comprovata competenza scientifica e professionale.

ATTIVITÀ SPORTIVE VIETATE

È sconsigliato praticare sport come sci, equitazione, ciclismo, arrampicata o con troppi contatti corpo a corpo e/o con movimenti bruschi e improvvisi e cambi repentini di direzione e velocità come calcio, basket, pallavolo, squash etc.

ATTIVITÁ CONSENTITE

Tra gli sport più indicati da praticare ci sono tutte le attività in acqua poiché riducono il carico articolare e permettono di svolgere anche gli esercizi per gli  addominali. Altre attività sportive permesse sono la ginnastica a corpo libero ma anche con attrezzi e macchine con carichi leggeri, yoga, pilates, corsi di tonificazione e attività aerobica di livello medio-leggero. Ovviamente è molto consigliata la camminata lenta o veloce per tenere attive le gambe e la circolazione.

POSSIBILI RISCHI

In gravidanza occorre sempre ponderare anche quelli che sono i potenziali rischi derivanti da un’attività fisica eccessiva e/o inadeguata.

  • Rischio di trauma materno, che può portare oltre a danni sul feto anche e soprattutto a complicanze ostetriche, come il distacco di placenta, specialmente nel primo ed ultimo trimestre, con conseguenze gravi sul feto
  • Disidratazione importante, specialmente nei mesi estivi, con conseguente calo pressorio e modificazioni della massa sanguigna circolante; tutto ciò è ovviamente potenzialmente dannoso per la salute del feto.
  • Parto prematuro/aborto: un’attività fisica da lieve a moderata non aumenta il rischio di parto prematuro o di aborto spontaneo nelle donne con gravidanze non complicate. Vi è però un aumento della frequenza di aborto spontaneo nelle donne che hanno riferito di aver praticato un intenso sforzo fisico soprattutto nel primo trimestre nel periodo intorno al momento dell’impianto.

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Karen Pozzi

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